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Museo delle Enciclopedie
Sede provvisoria: Via Dante Alighieri 12, Castell'Azzara (Grosseto) 

Il Museo delle Enciclopedie è una istituzione culturale privata fondata dal Prof. Alfredo Mariani,
a disposizione di studenti, ricercatori, autori ed insegnanti.
E di chiunque ritenga la salvaguardia della Cultura una necessità prioritaria.

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A sinistra una immagine della contemporanea biblioteca della catena Zorehongshuge Booksts, in particolare quella di Dujangyan in Cina.
Questa opera architettonica è descritta e presentata nella pagina dedicata alle Biblioteche da sogno.
A destra una foto di una delle prime enciclopedie della storia, e sicuramente la più famosa: quella di Diderot e D'Alembert, stampata nel 1751.



"Books are ships wich pass through the vast sea of time"
(I libri sono navi che attraversano il vasto mare del tempo)
Sir Francis Bacon (1561-1626)


Perché un museo delle enciclopedie?

Sono tanti i motivi che hanno portato alla sua fondazione. Tra questi sicuramente non c'è quello del collezionismo. C'è stata invece la consapevolezza che il degrado della vita civile e sociale, dell'impegno intellettuale, delle opportunità professionali legate al mondo delle idee, del pensiero, delle arti e quindi della cultura siano immediata e diretta espressione del più vasto e generale fenomeno della Scomparsa della Cultura.
Ritengo che la prima ed immediata operazione da fare per la salvaguardia della Cultura e di tutto ciò che ne discende in quanto a valori e capacità, sia quella di salvare e proteggere gli oggetti che ne sono i mezzi fondamentali: i libri. E tra questi, più di tutti, le Enciclopedie, perché da sempre rappresentano il tentativo dell'Uomo di raccogliere, catalogare e dare memoria al Sapere ed alla Conoscenza.
La Cultura ha dei suoi fondamenti fisici, che molti definiscono "supporti". La Cultura ha e deve avere le sue memorie. I libri, nella storia dell'Umanità, ne hanno sempre rappresentato l'espressione più efficace e funzionale, e non vi è alcun motivo, se non quelli sbagliati, di credere che non sarà così nel futuro prossimo e remoto. Però i libri stanno scomparendo, e tra loro in particolare le Grandi Enciclopedie, intendendo con questo termine quelle prodotte dalle Case Editrici, dai Comitati di Redazione, dai Comitati Scientifici più autorevoli. Scompaiono non soltanto perché non sono più stampate, ma perché quelle esistenti vengono gettate e distrutte, immancabilmente per questi ricorrenti motivi: mancanza di spazio, disinteresse o mancato utilizzo, impossibilità di venderle o regalarle, convinzione che tutto ciò che è contenuto in una enciclopedia sia ormai presente sul web (nulla di più sbagliato). L'esistenza dei problemi sinteticamente descritti nelle righe successive costituisce le motivazioni principali alla creazione di un Museo delle Enciclopedie.

Il problema dei supporti fisici

La diffusione degli strumenti digitali e dei vari metodi di archiviazione dei contenuti stanno inducendo in errore moltissimi utilizzatori di questi sistemi. L'errore è semplice da individuare: consiste nell'instabilità degli stessi sistemi digitali; nei loro tempi di obsolescenza; nelle incognite sulla loro durabilità nel tempo, quando per "tempo" non si intendono mesi od anni ma secoli e millenni. Il discorso verrà approfondito in una pagina apposita di questo sito, ma in breve si può dire che al momento nulla è più sicuro della carta, se ben conservata, per costituire il principale supporto di memoria per la Conoscenza.

Il problema della falsificazione dei contenuti

Tutto quello che è digitale può essere modificato con pochi click e in tempi estremamente ridotti. Di conseguenza può essere modificato, falsificato, manipolato. La manipolazione delle menti e dei comportamenti è già in atto da tempo e procede con velocità spaventosa. Questo processo, esistente forse da sempre, non era mai stato così favorito dal tipo di supporto della conoscenza: il supporto digitale e la sua immediatezza telematica sono, da questo punto di vista,  il peggiore strumento per la salvaguardia della Conoscenza e il migliore strumento per la manipolazione delle coscienze. Al contrario, quello che è scritto e stampato con inchiostro su carta non è facilmente modificabile, e spero che tutti comprendano il valore del lavoro dei Comitati di Redazione, dei Comitati Scientifici e dei singoli Autori che hanno dato vita a quelle grandi opere collettive che sono le Enciclopedie.

Il problema della proprietà della conoscenza, della censura e della negazione dei contenuti

La Conoscenza, per sua stessa natura, è o dovrebbe essere di tutti. E' figlia dei millenni di attività umane, del pensiero e della sua sperimentazione e messa in opera, e soprattutto è figlia della condivisione. E' la condivisione della Cultura e delle sue fonti che, in un circolo virtuoso, continua ad alimentarla. Naturalmente nel corso dei secoli i vari detentori dei centri di potere si sono ben accorti che la Conoscenza è innanzitutto strumento per la conservazione del potere stesso, e quindi le hanno giustamente, dal loro punto di vista, attribuito un alto valore, cercando di nasconderla ai popoli sottomessi in ogni forma di governo, dalle tribù ancestrali fino alle sedicenti democrazie contemporanee, passando per monarchie, teocrazie ed imperi. Ma quando poche aziende o addirittura poche persone riescono a diventare di fatto proprietari del più importante sistema di informazione e comunicazione contemporaneo a livello mondiale, cioè la rete World Wide Web, non si può più fare affidamento su di esso per assicurare il mantenimento delle conoscenze e il libero accesso al sapere, o a quel che ne rimane. Basterebbe che società come Google, Microsoft, Amazon, Apple, Facebook e tutti i loro collegati (Youtube, Instagram, Yahoo, eccetera) limitassero o impedissero gli accessi ai contenuti per sottrarre all'intera Umanità le sue fonti di conoscenza e comunicazione. Sono già in atto pesanti forme di censura e di controllo delle espressioni culturali individuali e collettive, ad esempio nei social network.  Il principale supporto contemporaneo per la cultura e la sua diffusione, e cioè la rete Internet, è inoltre facilmente controllabile dai vari governi nazionali che possono decidere, e già lo fanno, a quali contenuti permettere la circolazione e a quali no. O spegnere addirittura completamente il sistema.
Da quanto detto se ne deduce facilmente come il web attuale non sia uno strumento di libertà e condivisione, valori che invece avevano rappresentato le linee guida fondamentali al momento della sua ideazione e nelle fasi della sua grande diffusione. La conservazione della Conoscenza e la sua salvaguardia sono fatti squisitamente politici. Per questo motivo ho voluto fondare un Museo delle Enciclopedie. Per sottrarre all'oblìo del tempo ed agli interessi di chi avversa la Conoscenza, il Sapere e la Cultura quanto finora è stato prodotto dall'Umanità. Si tratta di un tenativo modesto e limitato, ma spero che possa moltiplicarsi e costituire un esempio.
 
La falsa credenza che sul web ci sia tutto

Una delle motivazioni più diffuse all'abbandono delle Enciclopedie è la falsa credenza che i loro contenuti siano già presenti sul web. Si tratta di una convinzione diffusissima: "Cosa tengo a fare una enciclopedia che occupa spazio, tanto è già tutto su Internet!".
Sappiate che non è così. Su Internet c'è soltanto quello che qualcuno ci ha messo. E se ce lo ha messo probabilmente aveva una motivazione che non necessariamente risponde ad esigenze culurali. In genere risponde ad esigenze commerciali.
Su Internet c'è tantissimo ma, ripeto, soltanto quello che qualcuno ci ha messo.
Si può fare un esperimento mentale: pensate di mettervi davanti a una bella libreria piena di volumi, di quelle che si trovano in tante case del mondo occidentale, e quindi probabilmente anche in casa vostra.
Guardate i libri negli scaffali. Credete che troverete i loro contenuti su Internet? Alcuni certamente sì: le grandi opere. La Divina Commedia. I Promessi Sposi. Parecchi grandi classici. Ma state sicuri che la stragrande maggioranza delle parole, dei disegni, delle fotografie, delle tabelle e di quant'altro è contenuto in un libro, non lo troverete sul web. Probabilmente troverete il titolo e la copertina, e la possibilità di acquistarlo, ma non troverete il contenuto del libro. In questo momento alle mie spalle ho la mia biblioteca di epistemologia e letteratura scientifica. Sono centinaia di titoli. Nessuno di loro è presente sul web. In un'altra stanza ho la mia biblioteca dedicata al'alpinismo e alla cultura della montagna. Sono circa 500 volumi. Nessuno di loro è presente sul web. C'è chi stima che esistano in rete più di 10 miliardi di siti internet. Una minima parte sono quelli indicizzati dai motori di ricerca, ma siatene certi: i libri, il contenuto dei vostri libri, lì non ci sono. Sono su carta, e bisogna salvarli.





Il Teatro della Memoria, bellissimo tentativo di sistemazione e organizzazione dellla Conoscenza, ad opera di Giulio Camillo Delminio (1480-1544)

Finalità del Museo delle Enciclopedie
Conservazione e salvaguardia delle principali opere enciclopediche sia italiane che straniere.
Cessione in forma gratuita delle opere enciclopediche presenti in più copie.
Conservazione e salvaguardia di singoli libri di elevato valore storico e culturale.
Conservazione e salvaguardia di immagini analogiche (stampe, diapositivi, negativi) e di musica su supporto in vinile.
Creazione di punti di consultazione enciclopedica e di libero scambio di libri e documenti.

Quali Enciclopedie vengono raccolte e conservate?
Le enciclopedie generali; le Enciclopedie Tematiche; le Enciclopedie Tecniche; le Enciclopedie Scientifiche; 
Le Enciclopedie Geografiche; le Enciclopedie Artistiche di tutte le Arti.
Dizionari, Dizionari Enciclopedici, Dizionari Visuali e Vocabolari.
Sono inoltre conservate alcune raccolte non enciclopediche e collane di libri di letteratura sia italiana che straniera e monografie di personaggi storici, di luoghi e monumenti, di attività.
 
Provenienza delle Enciclopedie
Il Museo è sorto su un nucleo fondante appartenente al suo fondatore, per acquisti diretti o per appartenenza familiare.
A questo si sono aggiunti altri recenti acquisti di opere e soprattutto molte donazioni da parte di privati. A loro va la nostra gratitudine per aver contribuito a salvare la cultura e preservare i suoi strumenti.
 
Chi finanzia il Museo delle Enciclopedie?
Ad oggi le attività svolte sono state quelle di raccolta delle opere, di trasporto, della loro pulizia, manutenzione e conservazione in locali a temperatura e umidità controllata.
Inoltre sono avvenute e stanno avvenendo le cessioni a titolo gratuito. La conservazione è attualmente svolta in locali di proprietà del fondatore.
Sono in corso le attività di ricerca e acquisizione di una sede definitiva. Ogni spesa è stata finora sostenuta dal fondatore.


 

Per ogni informazione:

direzione@museodelleenciclopedie.it


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